Il Toro di Falaride

Correva il VI secolo a.C. e la città di Licata era sotto il dominio del tiranno Falaride, un uomo noto per la sua crudeltà e il suo genio perverso. Falaride, ossessionato dal potere e dal controllo, commissionò a Perillo, un abile artigiano, la costruzione di una macchina di tortura che avrebbe sconvolto il mondo: il Toro di bronzo. Questo mostruoso congegno, grande quanto un toro vero, era cavo e dotato di un'apertura laterale. Le vittime venivano rinchiuse al suo interno e un fuoco veniva acceso sotto la pancia di bronzo, facendo sì che il loro corpo bruciasse lentamente. Le urla, attraverso un sistema di tubi, uscivano dalla bocca del toro trasformate in un suono simile a un muggito bestiale. Ma, racconta la leggenda, che il destino si voltò contro il tiranno: quando Perillo chiese di essere ricompensato, Falaride, beffardo, ordinò che fosse lui stesso la prima vittima della sua invenzione. Tuttavia, in un raro momento di giustizia divina, Falaride, anni dopo, venne cacciato dal suo stesso popolo e il Toro di bronzo cessò di portare terrore. Ancora oggi, i venti che soffiano tra le rovine della città sembrano rievocare i lamenti del toro.

10/8/20241 min leggere